Rosarno, Calabria,Italia.Il ghetto degli immigrati clandestini era già stato oggetto di reportage giornalistici su testate importanti.
Rosarno come Latina, come la Puglia e la Campania. Manovalanza a basso prezzo a disposizione di aziende in mano alle cosche o comunque gestite da gente che non si fa tanti scrupoli; uomini senza diritti e perciò sfruttabili e ricattabili a piacimento.
Una situazione socialmente esplosiva, destinata prima o poi a scoppiare, com'è regolarmente avvenuto. Tutti quelli del posto lo sapevano: tutti, politici e autorità preposte alla sicurezza compresi.
Da calabrese ormai disilluso, voglio porre qualche semplice domanda: com'è che giornalisti venuti da fuori in due giorni hanno capito tutto, hanno descritto nei minimi particolari il meccanismo illegale che prevede l'utilizzazione degli immigrati attraverso il loro assoldamento quotidiano da parte di caporali che li caricano in macchie e furgoni e li portano nei campi a sgobbare per una paga da fame? Come mai i giornalisti hanno visto e raccontato tutto ciò con dovizia di particolari e le stesse cose, che avvengono tutti i giorni, dalle prime ore dell'alba a mattinata inoltrata non li vedono le forze dell'ordine? Come mai in questo Paese dove tutti sono fotografati,filmati, intercettati, i caporali possono agire impunemente alla luce del sole, senza nessuno che li individui e li arresti in flagrante?
Se in certe zone del Sud lo Stato si comporta come le mitiche tre scimmiette, di che parliamo?
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